Chi sa, fa! Chi non sa, insegna!
In un mondo di capi, è facile distinguere i leader.
CHI SA FA, CHI NON SA, INSEGNA!
Devi fare...
Fai...
Sono riuscito a....
Espressioni comunissime ai giorni nostri. Espressioni utilizzate da chi, per titolo, posizione gerarchica o per carattere si erge a "capo" che gestisce, e di fatto comanda le azioni di chi gli gravita intorno per motivi lavorativi, sociali o familiari.
Una figura sempre più diffusa e sempre più ambita da chi per carattere e predisposizione mentale é alla ricerca di posizioni prevaricanti e di gestione nei confronti degli altri.
Purtroppo ("mi sento di dire") non sempre al titolo corrisponde la competenza e l'attitudine a svolgere determinati compiti.
In un mondo che si evolve ad una velocità folle, soggetto ad innovazione continua, il mantenimento dell'efficienza e della produttività passa in maniera inesorabile attraverso le capacità comunicative e gestionali delle risorse; da ciò l'importanza della figura del LEADER.
Comunemente confuse le figure del "leader" e del "capo", pensando erroneamente che le due possano coincidere in maniera automatica l'uno inglobando l'altro, sono estremamente differenti e per alcuni aspetti totalmente slegate tra loro. Il legame immaginario a doppio filo, pensato da chi crede che un leader possa essere un buon capo e un capo possa essere un buon leader è assolutamente errato.
Le differenze tra le due figure sono sostanziali nel modo di agire, nel modo di essere, nel pensare, ma soprattutto vivono in maniera diversa.
Un leader è facilmente riconoscibile: è sempre circondato in maniera positiva da persone che hanno il piacere di collaborare; se parla di una qualsiasi azione di successo il soggetto che utilizzerà non sarà mai "io”; difficilmente sentirai espressioni come “fai...” ,”io ho fatto" , tipiche di chi si sente “capo”, quando si parla di azioni in team ma preferirà utilizzare:”facciamo” “abbiamo fatto “.
Un leader pensa a valorizzare il talento, mettendosi al fianco di chi per competenza si distingue nelle proprie azioni senza mai usurparne i meriti, un capo sfrutta le competenze altrui senza valorizzarle ma facendo passare per propri i meriti del successo.
Il leader è il primo a dare l’esempio, non fa ciò che dice di non fare, caratteristica del “capo”. Un leader non ha paura ad ammettere i propri errori, facendone tesoro per se e per coloro che lo circondano, il “capo non sbaglia mai”.
Un leader raggiunge il successo grazie alle proprie capacità di leadership, condividendolo con quanti hanno collaborato riconoscendone meriti e risultati; il capo fa carriera, cambiando sempre collaboratori avvantaggiandosi delle opere altrui per trarne i meriti arrivando all’affermazione personale.
Un leader è seguito e rispettato “volontariamente” per riconoscenza e stima, un capo è seguito e rispettato per “imposizione gerarchica” ma non sempre stimato.
Da un leader hai sempre da imparare, per come si relaziona, per come stimola gli altri trasmettendo competenze ed entusiasmo, ma soprattutto puoi imparare come raggiungere degli obiettivi ed avere il giusto riconoscimento; da un “capo” difficilmente riuscirai ad avere validi esempi per migliorare, tuttavia avrai ordini per svolgimento di compiti per cui lui stesso sarà riconosciuto.
In un mondo fatto di tanta teoria ed insegnamento, sono gli esempi pratici a fare la differenza. In ambito lavorativo (tranne in alcune eccezioni, non ancora pienamente assimilate dal pensiero collettivo italiano) purtroppo è molto difficile individuare dei leader , ma lo si può sempre diventare nella vita quotidiana, stando al fianco di chi ha il carisma per poter essere un valido esempio.
Un amico tempo fa mi disse:
Chi sa, fa! Chi non sa, insegna!
Oggi alle parole dell’amico Mauro aggiungerei:
Un leader, fa! Un capo, prova ad insegnare!